Cascina Panigadi si trova a nord di Lainate, al confine con Caronno Pertusella. Ad oggi la struttura può essere definita un ecomostro. Il capannone fatiscente è stato acquisito dal Comune di Lainate in seguito ad un abuso edilizio degli anni '80. Fino ad oggi nonostante i numerosi tentativi l'area non ha mai trovato una destinazione e versa tuttora in stato di abbandono.
La struttura sorge nei terreni agricoli del Parco del Lura, accanto alla Cascina Panigadi, anche lei in stato di abbandono.
Già nel 2004 si cercò di trasformare quest’area in un incubatore di impresa. Diverse aziende avrebbero potuto unire le forze per lavorare qui insieme, ma la Regione ritirò il finanziamento su cui si puntava per avviare la restaurazione e il progetto fu fermato. La giunta comunale al tempo in carica, guidata da Mario Bussini, pensò allora di realizzare un un canile, ma anche per questo progetto i fondi non furono sufficienti.
Con una delibera di Consiglio Comunale il 10.2.2010 è stato adottato un atto di indirizzo per il recupero e l’utilizzo dell’area dando indicazione di avviare una procedura per un utilizzo con finalità connesse alla valorizzazione energetica, alla eco sostenibilità, con particolare attenzione allo sviluppo di energie alternative. Su una parte dell'area fu così approvato un progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico, ma anche questo progetto, in seguito al mutamento delle condizioni economiche e alla diminuzione del contributi statali è stato abbandonato.
Già dal 2009 però la Cooperativa Sociale Lavoro e Solidarietà (Csls) una realtà che dà lavoro a 49 disabili, fra dipendenti assunti e in formazione, ebbe un'idea per un progetto, il cui nome era «Oasi Sociale».
Il piano dei membri della cooperativa per il futuro dell'area prevedeva l'abbattimento dell'eco-mostro, la costruzione di un nuovo capannone da 2700 mq e l'avvio di un'attività agricola per sfruttare i terreni verdi al momento incolti. I costi dell'operazione si aggiravano attorno agli 800.000 euro, fondi che la Csls avrebbe recuperato in maniera autonoma. Oltre a questa cifra bisognava mettere in conto anche altri 140.000 euro, necessari all'abbattimento e alla rimozione delle macerie del vecchio stabile.
Con Delibera del Consiglio Comunale del 6.02.2014 viene rivisto l'atto di indirizzo del 2010 inserendo la proposta di collaborazione con la Csls al fine di verificare tutti gli adempimenti necessari all'insediamento ipotizzato.
Successivamente alla delibera di consiglio passano alcuni mesi senza che si abbiamo notizie in merito alla vicenda, in seguito ad un interrogazione del consigliere PD Giancarlo Foi, il Sindaco ammette di essere in ritardo con la risposta a CSLS. Propone a quel punto l'istituzione di una Commissione tra i capigruppo del consiglio comunale e i tecnici al fine di valutare il progetto. La Commissione si riunisce più volte ma l'interesse dei componenti si perde nella verifica della bontà del progetto e dei relativi costi. Nelle more del lavoro della Commissione, viene richiesto all'Ufficio Tecnico una relazione sulla fattibilità dell'intervento. L'Ufficio Tecnico risponde in data 5.11.2015 dicendo che sull'area non è possibile edificare e svolgere nessuna attività in quanto rientrante in un raggio di 100 m dall'impianto di depurazione, come identificato da una norma nazionale recepita anche nel PGT. Il 29.12.2015 il Sindaco scrive alla Cooperativa dicendo che non è possibile assegnare l'area in quanto non fruibile.
Si è quindi concluso con l'ennesimo nulla di fatto l'ultimo tentativo di recuperare l'area.La speranza è che a questo punto l'amministrazione recuperi i fondi per finanziare l'intervento di demolizione dell'edificio degradato, faccia un piano di verifica ambientale tale da ipotizzare un uso compatibile alle normative.
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